aCCENNI BOTANICI
Di origine asiatica il limone arriva in Italia grazie agli arabi ed ai commerci con Venezia, che con la sua dominazione influenzò moltissimo la cultura locale.
La varietà autoctona del Garda è denominata “Madernina” albero che produce frutti tondeggianti, succosi e molto profumati, con la buccia sottile ottima per realizzare gustose ricette.
L’albero coltivato era a fusto singolo e raggiungeva un’altezza di circa 4-5mt, una particolare struttura in legno detta “Castèl” (castello) aiutava la pianta a restare dritta, i rami appesantiti dai frutti potevano essere legati e nel momento della raccolta, si poteva appoggiare la scala in modo stabile senza rischiare di rompere i preziosi rami, che anche l’anno successivo dovevano ricominciare la produzione.
Essendo arrivati ad importanti quantità di alberi sul territorio, giardinieri specializzati nella coltivazione, riuscivano attraverso particolari conoscenze acquisite nel tempo, a far fruttificare le piante circa 4-6 volte per anno, raggiungendo raccolti che si aggiravano attorno a 12 milioni di pezzi per anno.
Grazie alle sue qualità organolettiche, la varietà “Madernina” coltivata sul Garda era la più apprezzata dal mercato, in quanto il succo prodotto alla spremitura, ha una caratteristica e particolare nota dolciastra e non troppo acida come i limoni amalfitani.
Questa varietà stava però scomparendo e ci sono voluti anni di ricerche botaniche per recuperarla e tornare ad assaporarne i frutti.
Infatti, in seguito all’unità d’Italia e l’eliminazione dei dazi doganali con il resto del paese, i Limoni amalfitani e liguri ebbero la meglio, per via dei bassi costi produttivi.
Le Limonaie, avevano notevoli costi di gestione, poiché da novembre a marzo di ogni anno, si dovevano montare e smontare le coperture in legno e vetro. Un lavoro faticoso e lungo che vedeva impiegate centinaia di persone per giorni che si distribuivano sul territorio ad armeggiare con scale, chiodi e martelli, ricomponendo le strutture come un gigantesco puzzle. Per questo anche i frutti poi dovevano essere venduti ad un prezzo più alto rispetto a quelli coltivati senza necessità di protezione invernale.
attrezzi ed utensili impiegati dai giardinieri specializzati, vennero costruiti appositamente per soddisfare le loro esigenze. Le Limonaie, erano del tutto particolari e differenti da qualsiasi altro ambiente agricolo dell’epoca.
Dopo il 1850 le piante furono aggredite da un parassita detto “gommosi” che decimò le piante e costrinse i produttori a sospenderne la coltivazione. In quello stesso periodo le guerre di indipendenza portarono all’unità d’Italia e all’abolizione dei dazi doganali per il commercio. Si concluse quindi l’epoca d’oro degli agrumi del Garda e il paesaggio costellato di questi giardini cambiò radicalmente. Molte serre furono lasciate decadere o murate ed utilizzate come abitazione. Oggi però quel patrimonio storico di immenso valore è stato in parte recuperato e alcuni proprietari di Limonaie hanno lavorato sodo per restaurare e rendere fruibile a tutti preziosi angoli magici del territorio gardesano lombardo.